Abstract
Parte dell’intensa attività di socializzazione che contribuì in maniera sostanziale alla creazione di reti transatlantiche nell’Italia del dopoguerra ebbe luogo al di fuori delle città, in tenute, ville e giardini, spesso restaurati e riplasmati da un’opulenta intellighenzia anglo-italo-americana. Nei dintorni di Siena, già negli anni fra le due guerre Elena de Bosis e Leone Vivante avevano aperto la loro Villa Solaia a un gruppo composito di artisti che comprendeva Eugenio Montale, Irma Brandeis, Camillo Sbarbaro, Ruth Draper ed Ezra Pound. Sempre nel senese, Iris Origo e il marito Antonio intrattenevano nella loro tenuta in Val d’Orcia – La Foce – ospiti come Bernard Berenson, Ignazio Silone, Umberto Morra e Elsa Dallolio.
La passione degli anglo-americani per le tenute italiane, e specificamente toscane, assunse una spiccata rilevanza testuale nei decenni seguenti il conflitto mondiale, quando ville e giardini fecero la loro comparsa in resoconti autobiografici e in opere di finzione. È il caso degli scritti di Iris Origo e Arturo Vivante, le cui figure in qualche modo speculari – lei un’anglo-americana che trascorse buona parte della sua vita in Italia, lui un italiano costretto dapprima a rifugiarsi in Inghilterra, poi emigrato negli Stati Uniti – vengono qui accostate sulla base del comune coinvolgimento con una serie di protagonisti della vita culturale e politica italo-americana del Novecento e del comune investimento emotivo e creativo nelle dimore toscane che fecero da cornice a questi incontri.
Titolo tradotto del contributo | [Machine translation] A Tuscan warp: La Foce and Villa Solaia in the writings of Iris Origo and Arturo Vivante |
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Lingua originale | Italian |
Titolo della pubblicazione ospite | Trame transatlantiche: relazioni letterarie tra Italia e Stati Uniti 1949-1972 |
Editore | Mimesis |
Pagine | 39-56 |
Numero di pagine | 18 |
ISBN (stampa) | 9791222303970 |
Stato di pubblicazione | Pubblicato - 2024 |
Keywords
- Arturo Vivante
- Iris Origo
- La Foce