Abstract
La fuga degli schiavi ossessiona i padroni ed è costantemente associata, da parte degli autori antichi, al pericolo di ribellioni e rivolte, oltre che al fastidio per il depauperamento patrimoniale del dominus. L’acquisto inconsapevole di uno schiavo con tendenza alla fuga è un pessimo affare, e per questo, ai fini della tutela prevista da edili e pretori, i giuristi romani riflettono ampiamente sulla nozione stessa di ‘servus fugitivus’. Anche nell’America del XVIII e XIX secolo il pericolo di fuga degli schiavi turba particolarmente i padroni, i quali investono più denaro nelle spese per il loro recupero che in ogni altro aspetto della schiavitù: persino la famiglia di George Washington vivrà il problema, al punto da spingere il primo presidente degli Stati Uniti d’America a scrivere una lettera con cui sollecita le ricerche della serva personale di sua moglie – fuggita probabilmente su istigazione di un seduttore – che ricorda tanto quelle con cui Cicerone denunciava stizzito la fuga del suo schiavo Dionisio o quella di Licino, schiavo del suo amico Claudio Esopo, e, con riguardo al fenomeno in esame, invita – pur con tutte le cautele che devono accompagnare certe letture comparative – a indagare i fattori di continuità o di cesura tra mondo antico e moderno.
Titolo tradotto del contributo | [Machine translation] Fugitive slaves and rebels in the law and in the history of Rome. From the Republic to the Age of the Severi |
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Lingua originale | Italian |
Editore | Giappichelli Editore |
Numero di pagine | 184 |
ISBN (stampa) | 978-88-921-4396-8 |
Stato di pubblicazione | Pubblicato - 2023 |
Keywords
- servus fugitivus
- schiavitù nel mondo antico
- schiavitù nel mondo moderno
- Ulpiano
- Celio Sabino
- Viviano
- editto degli edili curuli
- rivolte servili siciliane
- Spartaco