Abstract
Pur rivendicando per la produzione shakespeariana lo statuto ibrido di artiginality, che intende superare la distinzione binaria fra artista e mestierante, Gary Taylor ha sottolineato come Shakespeare, da buon artigiano attento al mercato, sostanzialmente lavorasse «rimaneggiando artefatti esistenti». In questa prospettiva, il caso di Riccardo III risulta piuttosto singolare per la molteplicità di supporti materiali su cui viaggiavano gli artefatti a disposizione di Shakespeare: testi, dipinti, rappresentazioni – un insieme indubbiamente eterogeneo, ma unito dal comune interesse per il corpo di Riccardo. Non stupisce che da sempre questo corpo così fortemente caratterizzato nel suo scarto rispetto alla norma – asimmetrico, deforme, persino mostruoso, a seconda dei punti di vista – sia stato anche al centro delle attenzioni della critica, che lo ha variamente discusso in relazione alle sue origini, ai discorsi sulla storia, la sessualità, l’inconscio, fino alle più recenti riflessioni sulla disabilità. Alla luce di questa focalizzazione a un tempo creativa e critica, vengono qui ricostruiti i rimaneggiamenti dell’artefatto “Riccardo III” nella cultura della prima modernità, seguendone gli esiti nell’omonimo dramma shakespeariano.
Titolo tradotto del contributo | [Machine translation] Richard III: 'superb workshop product'? |
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Lingua originale | Italian |
Titolo della pubblicazione ospite | William Shakespeare artigiano e artista |
Editore | Il Mulino |
Pagine | 169-197 |
Numero di pagine | 29 |
ISBN (stampa) | 9788815293022 |
Stato di pubblicazione | Pubblicato - 2021 |
Keywords
- Riccardo III
- corpo
- ombre