Abstract
Giulio Aristide Sartorio è noto specialmente come pittore e illustratore, oltre che per la sua amicizia con Gabriele d’Annunzio. Meno conosciuta è la sua produzione letteraria, che conta qualche episodico testo poetico, un romanzo fantastico-satirico (Romae Carrus Navalis. Favola contemporanea, 1905) e alcuni testi drammatici (Tre novelle a perdita, 1917; Sibilla. Poema drammatico, 1922). Quasi del tutto ignoti sono poi due scritti che si collocano entro il genere della memorialistica: la serie di ricordi uscita nel 1907 sul «Secolo XX» con il titolo Le confessioni e le battaglie di un artista, e La favola di Sansonetto Santapupa, sorta di autobiografia romanzata scritta dal pittore durante la sua prigionia a Mauthausen (1915-17) e pubblicata poi a puntate sulla «Rassegna Nazionale» (1926-29). Il presente contributo esamina questi due scritti, mettendoli in relazione con documenti privati, specialmente lettere, ma anche le opere letterarie edite in volume, ricche di elementi autobiografici: si pensi alla Roma preraffaellita rappresentata in Romae Carrus Navalis, e all’alter ego di Sartorio impersonato dal protagonista Alessandro Brandi, alle memorie familiari alla base della ‘novella a perdita’ intitolata La mascherata di Fido e ispirata alla vita del bisnonno Siro, implicato nei moti antinapoleonici del 1813, o alla sofferta vicenda personale del divorzio dalla prima moglie al centro di un’altra novella a perdita, L’Arpiola.
Lingua originale | Italian |
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pagine (da-a) | 269-301 |
Numero di pagine | 33 |
Rivista | STUDI MEDIEVALI E MODERNI |
Volume | 24 |
Numero di pubblicazione | 1 |
Stato di pubblicazione | Pubblicato - 1 gen 2020 |
Keywords
- Giulio Aristide Sartorio
- Estetismo
- Autobiografia
- Memorialistica