Abstract
Nel romanzo L’Eletto (1948), Thomas Mann recupera il Gregorius di Hartmann von Aue (fine del XII secolo), ma al nucleo medievale di matrice cristiano-cattolica affianca motivi eterogenei che rimandano alla tradizione precristiana e al mondo mitologico-pagano. Analizzando il testo emerge la centralità della dimensione rituale a livello sia contenutistico sia strutturale, grazie soprattutto al modello del ‘dramma sociale’ delineato da Turner e dei ‘riti di passaggio’ descritti da Van Gennep. Riti di purificazione, sacrificali e iniziatici improntano inoltre l’intera narrazione e, in particolar modo, l’episodio cardine dell’espiazione di Gregorio sulla roccia. L’apparato rituale è quindi forse lo strato più nascosto dell’opera, ma è al tempo stesso determinante per comprendere appieno le tematiche affrontate in questo romanzo.
Lingua originale | Italian |
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pagine (da-a) | 201-214 |
Numero di pagine | 14 |
Rivista | CULTURA TEDESCA |
Volume | 23 |
Stato di pubblicazione | Pubblicato - 1 gen 2003 |
Keywords
- Cristianesimo
- Dramma sociale
- Iniziazione
- Piano mitologico-pagano
- Riti