L’abuso d’ufficio fra potere discrezionale e legalità vincolante

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Abstract

​La riforma de delitto di abuso d’ufficio con d.l. 76/2020 nel tentativo di restringere la portata applicativa dell’art. 323 c.p. e per attribuire maggiore tassatività all’incriminazione, ha espunto la discrezionalità dalle ipotesi sindacabili dal giudice penale e, quindi, sottratto l’eccesso di potere dagli elementi fondanti un’imputazione penale. Attraverso una ricostruzione storico-dogmatica dei delitti di “abuso”, l’autore afferma che non v’è potere senza discrezionalità (tecnica o vincolata che sia). L’esclusione della dicrezionalità dall’accertamento giudiziario appare irrealistica in vista della complessità del procedimento amministrativo che richiede bilanciamenti di interessi per giungere ad una soluzione finale ragionevole atta a soddisfacente il pubblico interesse.
Titolo tradotto del contributo[Machine translation] The abuse of office between discretionary power and binding legality
Lingua originaleItalian
pagine (da-a)1-34
Numero di pagine34
RivistaArchivio Penale
Volume3
Numero di pubblicazione3
Stato di pubblicazionePubblicato - 2021

Keywords

  • Pubblico ufficio
  • pubblico servizio
  • pubblico interesse
  • discrezionalità
  • abuso di potere
  • eccesso di potere
  • sviamento dalla funzione tipica
  • disapplicazione atto amministrativo.

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