Abstract
Il mito francese del «confine naturale» sviluppato all’eccesso portò nel settembre 1800 a sezionare in due, per l’intera lunghezza, la Valsesia, interrompendo così bruscamente sia la secolare unità amministrativa sia il peculiare autogoverno della valle. Una valle «sconvolta territorialmente» da un confine «assurdo» ed «infausto»: nella media ed alta valle il confine fra la Repubblica Francese e la Repubblica Cisalpina non venne infatti tracciato sul crinale dei monti, come sarebbe stato logico in una situazione orografica quale quella del territorio valsesiano, ma bensì lungo il corso della Sesia. La riorganizzazione dell’amministrazione civile comportò anche conseguenze nell’articolazione della distrettualizzazione diocesana. La Valsesia storicamente aveva fatto sempre parte della diocesi di Novara. Con l’istituzione del dipartimento dell’Agogna e la contestuale unione del suo territorio alla Repubblica Cisalpina, sui territori in sponda destra fu chiamato ad esercitare provvisoriamente fin dal 1800-01 la propria giurisdizione il vescovo di Vercelli. Tale passaggio fu ulteriormente formalizzato con il decreto del cardinal Caprara del 25 gennaio 1805 che riorganizzava l’intera struttura ecclesiastica piemontese. Mancavano però nelle nuove comunità smembrate chiese, parrocchie, cimiteri: si venne così a creare una confusa e complessa situazione che perdurò sino alla Restaurazione.
Titolo tradotto del contributo | [Machine translation] Napoleonic Valsesia: state border and diocese border |
---|---|
Lingua originale | Italian |
Titolo della pubblicazione ospite | Napoleone nelle Alpi. Le montagne d'Europa tra Rivoluzione e Restaurazione |
Editore | Youcanprint Self-Publishing |
Pagine | 193-204 |
Numero di pagine | 12 |
ISBN (stampa) | 9788893216326 |
Stato di pubblicazione | Pubblicato - 2015 |