Abstract
L’intervento introduttivo affronta il problema relativo al passaggio delle fonti DEA dalla forma tradizionale analogica alla forma digitale e analizza alcuni aspetti inerenti all'archiviazione informatizzata di beni DEA materiali e immateriali.
Nella prima parte, attraverso alcuni esempi, evidenzio il ruolo ricoperto dalle nuove tecnologie multimediali nella delicata operazione di digitalizzazione delle fonti (immagini, video e audio) e come questa operazione rappresenti, a patto che ne siano rispettate alcune condizioni, una nuova e per molti versi più funzionale forma di gestione dei tanti patrimoni demoetnoantropologici.
Infatti, il passaggio dall'analogico al digitale delle fonti è oggi considerato il modo tecnologicamente più sicuro per garantire la sopravvivenza della fonte e rappresenta anche la sola possibilità per trattare e gestire l’insieme della documentazione come un unico corpus di dati e di diffonderli su supporti stabili nel tempo.
Nella seconda parte prendo in esame alcuni aspetti riferiti all'utilizzo di banche dati per la gestione di contenuti DEA. Solo in pochi casi i risultati, frutto di ricerche etnoantropologiche, sono organizzati e rielaborati criticamente alla luce delle più recenti metodologie e tecniche di trattamento informatico dei dati. È a partire da queste considerazioni che ho rivolto l’attenzione
ad alcuni aspetti inerenti alla catalogazione di beni culturali materiali e immateriali e, in riferimento ai più recenti lavori di catalogazione informatizzata, analizzo le scelte metodologiche e tecniche volte ad assicurare un rapido ed efficace recupero critico delle fonti.
Lingua originale | Italian |
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Titolo della pubblicazione ospite | Archiviare la tradizione. Beni culturali e sistemi multimediali |
Editore | Omega Edizioni |
Pagine | 3-26 |
Numero di pagine | 24 |
ISBN (stampa) | 887241427X |
Stato di pubblicazione | Pubblicato - 1 gen 2001 |
Keywords
- archivi
- digitalizzazione
- patrimoni culturale