Abstract
L’attuale configurazione territoriale delle regioni italiane è frutto di processi storici di lunga durata, e dietro l’apparente compattezza continuano a sussistere le tracce di precedenti (e in molti casi tuttora evidenti) legami di ordine economico e culturale con altre aree geografiche e amministrative. Viene qui ripercorsa la vicenda del Piemonte, esempio molto calzante di regione composita, in relazione alla denominazione di “Piemonte orientale”, chiamata a definire lo spazio di riferimento di un’università di recente istituzione senza che fra le sue componenti territoriali si sia mai manifestata un’identità comune. Il Piemonte odierno è stato costruito fra il medioevo e l’Ottocento dall’espansione della dinastia sabauda, diversamente da altre regioni che si sono formate attorno a città dominanti la cui sfera d’influenza si è estesa fino ad arrivare ai confini attuali. A un Piemonte originario, corrispondente grosso modo alla metà occidentale della regione, si sono aggiunte a partire dal Settecento le province oltre la Sesia e il Tanaro, che non hanno mai perso l’originaria impronta lombarda o ligure. Sulla base di fonti storiografiche e letterarie si documenta la persistenza di questa conformazione a mosaico, invitando a riflettere sulle radici storiche degli assetti amministrativi e sull’opportunità di prenderle in considerazione quando si tratta di intervenire con decisioni politiche su comunità e territori complessi.
Lingua originale | Italian |
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Titolo della pubblicazione ospite | Scritti sul Piemonte Orientale |
Editore | Interlinea |
Pagine | 25-43 |
Numero di pagine | 19 |
Stato di pubblicazione | Pubblicato - 1 gen 2019 |
Keywords
- Lombardia
- Piemonte orientale
- Stati sabaudi
- regioni composite
- regioni italiane
- storia territoriale