TY - JOUR
T1 - Il Concordato con continuità aziendale - commissione crisi, ristrutturazione e risanamento di impresa-
AU - Acciaro, Giuseppe
AU - Alesiani, Natascia
AU - Benvenuto, Gianfranco
AU - Cozzolino, Carmine
AU - Croce, Federico La
AU - Croce, Giovanni La
AU - Marelli, Fabio
AU - Mazzone, Livia
AU - Perrini, Francesco
AU - RIVA, PATRIZIA
PY - 2018/1/1
Y1 - 2018/1/1
N2 - Sin dalla sua introduzione nel panorama concorsuale, con le norme contenute nel “Decreto Sviluppo”
(d.l. 83/2012, convertito con l. 132/2012) il tema rappresentato dal concordato preventivo in continuità
ha rappresentato uno degli istituti più complessi e spinosi per chiunque si occupi a vario titolo di crisi
d’impresa e ciò a partire dalla difficoltà di individuare gli esatti confini dell’istituto. Infatti pur avendo
una sua concreta applicazione nella pratica professionale e pur essendo oggetto di interessanti
confronti dottrinari, risultava fino a quel momento privo di specifiche norme che ne disciplinassero
il funzionamento. Con l’entrata in vigore di quelle norme, il concordato in continuità irrompe nella
legislazione fallimentare, andando a colmare un vuoto lasciato delle precedenti riforme, trovando
applicazione nell’articolo 186 bis con lo scopo di regolamentare una procedura che avesse non solo
l’obiettivo tautologico di ricercare ed ottenere il soddisfacimento dei creditori dell’impresa, ma anche
quello di perseguirne la ristrutturazione ed il risanamento per ottenerne la conservazione ed un recupero
di valore in un’ottica di di solving resctructuring
Nato come un tipo di concordato, caratterizzato dalla specificità del piano, cui applicare alcune particolari
norme, l’istituto è venuto mano a mano ad acquistare sempre più autonomia, in ciò favorito
dalle scelte del legislatore che con la novella del 2015 ha profondamente differenziato anche la proposta
di concordato con continuità aziendale rispetto alla scelta liquidatoria, esentando il debitore che
preservi il valore azienda dall’obbligo del pagamento di almeno il 20% dell’ammontare dei creditori
chirografari.
Il processo di maturazione ed emancipazione potrebbe giungere a definitivo compimento ove dovesse
essere approvata la riforma in itinere, dato che la bozza dei decreti delegati, in attuazione dei principi
di legge delega approvati dal Parlamento, prevede che il concordato con continuità aziendale sia la
regola e quello liquidatorio l’eccezione.
L’opera si rivolge a tutti i professionisti che si occupano di crisi d’impresa, rappresentando nel contempo
sia un utile strumento operativo di facile ed immediata consultazione che un valido supporto
per chi ricerchi un autorevole riflessione sul presente e sul futuro degli strumenti di ristrutturazione dell’impresa e di conservazione dei valori aziendali.
AB - Sin dalla sua introduzione nel panorama concorsuale, con le norme contenute nel “Decreto Sviluppo”
(d.l. 83/2012, convertito con l. 132/2012) il tema rappresentato dal concordato preventivo in continuità
ha rappresentato uno degli istituti più complessi e spinosi per chiunque si occupi a vario titolo di crisi
d’impresa e ciò a partire dalla difficoltà di individuare gli esatti confini dell’istituto. Infatti pur avendo
una sua concreta applicazione nella pratica professionale e pur essendo oggetto di interessanti
confronti dottrinari, risultava fino a quel momento privo di specifiche norme che ne disciplinassero
il funzionamento. Con l’entrata in vigore di quelle norme, il concordato in continuità irrompe nella
legislazione fallimentare, andando a colmare un vuoto lasciato delle precedenti riforme, trovando
applicazione nell’articolo 186 bis con lo scopo di regolamentare una procedura che avesse non solo
l’obiettivo tautologico di ricercare ed ottenere il soddisfacimento dei creditori dell’impresa, ma anche
quello di perseguirne la ristrutturazione ed il risanamento per ottenerne la conservazione ed un recupero
di valore in un’ottica di di solving resctructuring
Nato come un tipo di concordato, caratterizzato dalla specificità del piano, cui applicare alcune particolari
norme, l’istituto è venuto mano a mano ad acquistare sempre più autonomia, in ciò favorito
dalle scelte del legislatore che con la novella del 2015 ha profondamente differenziato anche la proposta
di concordato con continuità aziendale rispetto alla scelta liquidatoria, esentando il debitore che
preservi il valore azienda dall’obbligo del pagamento di almeno il 20% dell’ammontare dei creditori
chirografari.
Il processo di maturazione ed emancipazione potrebbe giungere a definitivo compimento ove dovesse
essere approvata la riforma in itinere, dato che la bozza dei decreti delegati, in attuazione dei principi
di legge delega approvati dal Parlamento, prevede che il concordato con continuità aziendale sia la
regola e quello liquidatorio l’eccezione.
L’opera si rivolge a tutti i professionisti che si occupano di crisi d’impresa, rappresentando nel contempo
sia un utile strumento operativo di facile ed immediata consultazione che un valido supporto
per chi ricerchi un autorevole riflessione sul presente e sul futuro degli strumenti di ristrutturazione dell’impresa e di conservazione dei valori aziendali.
UR - https://iris.uniupo.it/handle/11579/96684
M3 - Articolo in rivista
SN - 1971-2456
VL - 75
SP - 1
EP - 150
JO - I QUADERNI DELLA SCUOLA DI ALTA FORMAZIONE
JF - I QUADERNI DELLA SCUOLA DI ALTA FORMAZIONE
ER -