Abstract
Il testo analizza, attraverso la rilettura di due fondamentali articoli del giovane Alessandro Conti (1946-1994) apparsi su "Paragone" nel 1968 e richiesti all'autore da Roberto Longhi, la genesi del pensiero dello studioso riguardo ad alcuni fondamentali temi relativi alla tecnica ed alla conservazione delle tavole antiche. Le crudeli circostanze legate alla catastrofe provocata dall'alluvione di Firenze del novembre 1966 e quelle assai complesse connesse ai successivi inteventi di restauro portarono infatti Longhi ed il giovanissimo Conti ad una profonda riflessione di carattere storico sui materali costitutivi della pittura e sulla capacità di tali materiali di resistere ad eventi catastrofici e specie alluvionali. L'analisi attenta sia delle fonti storiche e dei documenti sia delle opere danneggiate dall'alluvione del 1966, unite allo studio dei modi in cui le opere fiorentine erano, in molti casi, sopravvissute alle precedenti alluvioni (nel Trecento, nel Cinquecento, nell'Ottocento) diede modo ad Alassandro Conti di formarsi una precoce e assai ben documentata coscienza delle tecniche artistiche e del peso che fattori endogeni ed esogeni avevano avuto sulla durata delle opere d'arte e sulla loro stessa persistenza nel tempo.
Lingua originale | Italian |
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Titolo della pubblicazione ospite | Storia dell'arte e catastrofi. Spazio, tempi, società |
Editore | Marsilio |
Pagine | 122-135 |
Numero di pagine | 14 |
Volume | 13 |
ISBN (stampa) | 978-88-297-0228-2 |
Stato di pubblicazione | Pubblicato - 1 gen 2019 |
Keywords
- Alessandro Conti
- Restauro
- Conservazione
- Alluvione
- Firenze
- Roberto Longhi
- Giovanni Previtali
- Giotto
- Cimabue.