Abstract
Il diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero fa parte del DNA delle istituzioni statunitensi,
ricevendo esplicita protezione sin dal 1791. Tuttavia – osserva l’Autrice in questo contributo – occorre
considerare che, ove non ne venga garantita l’effettività, la proclamazione di un diritto può rivestire
una funzione puramente retorica e, dunque, di dubbia concludenza. E, così, in questo contributo, si
passano in rassegna tanto le decisioni della Corte Suprema che hanno effettivamente garantito un
ampio spazio all’espressione del dissenso, quanto le decisioni che, con diversi strumenti interpretativi,
hanno infine compresso la formazione ed espressione di opinioni minoritarie. E l’Autrice ci consegna
questa riflessione attraverso una lettura degli orientamenti giurisprudenziali condotta in parallelo
con gli eventi della storia
Lingua originale | Inglese |
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pagine (da-a) | 47-61 |
Numero di pagine | 15 |
Rivista | QUESTIONE GIUSTIZIA |
Volume | 4 |
Stato di pubblicazione | Pubblicato - 2015 |