Abstract
Il volume nasce dalle esperienze scientifiche condotte in questi anni nell’ambito di alcuni progetti di ricerca finalizzati a sperimentare e realizzare nuovi sistemi per la gestione critica dei dati relativi ai patrimoni demoetnoantropologici (d’ora in poi DEA) materiali e immateriali.
Il primo progetto riguarda il programma di ricerca di rilevante interesse nazionale: “Archivio multimediale della ritualità tradizionale”, finanziato dall’allora Murst (1998/2000) e coordinato, a livello nazionale, da Antonino Buttitta dell’Università di Palermo. In particolare, l’attività scientifica è maturata all’interno delle due unità operative locali coordinate rispettivamente da Gian Luigi Bravo del Dipartimento di Scienze Antropologiche, Archeologiche e Storico-Territoriali dell’Università di Torino e da Piercarlo Grimaldi del Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università degli Studi del Piemonte Orientale1.
Il secondo è il Progetto Finalizzato Beni Culturali promosso dal Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR), 1996-2001, Sottoprogetto 4, Archivio Biologico ed Etnoantropologico; titolo specifico del lavoro: “Sistema ipermediale interattivo relativo ai culti, alle pratiche e alle tecniche agrarie tradizionali con riferimento ai comportamenti religiosi e festivi nel Nord Italia e ai prodotti museografici della cultura materiale”.
Infine, il terzo progetto, nel quale sono maturate le nostre esperienze di ricerca, è quello volto alla costituzione di un “Atlante delle Feste Popolari del Piemonte”. Il progetto scientifico, giunto al secondo anno, è frutto di una convenzione tra il Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università degli Studi del Piemonte Orientale “Amedeo Avogadro” e la Regione Piemonte, Settore Pianificazione Aree Protette – Laboratorio Ecomusei.
I percorsi di studio e di ricerca presenti nel volume hanno come comune denominatore il tentativo di coniugare i dati di cultura DEA con le tecnologie informatiche multimediali. I temi chiave che ricorrono nel testo sono la costituzione di banche dati, la realizzazione di sistemi multimediali interattivi e le reti telematiche necessarie per gestire e diffondere i dati di cultura.
Nel primo capitolo, La badia di Sampeyre, sono presentati i risultati di una lunga ricerca condotta sul terreno folklorico di Sampeyre, in val Varaita. I dati riguardanti il Carnevale occitano, che più di ogni altra festa mette in scena l’identità etnolinguistica di questa minoranza, sono stati raccolti e organizzati in una struttura di record, analizzati e commentati. Le complesse dinamiche festive generate dalle quattro badie che definiscono la festa di Sampeyre sono state organizzate in un articolato sistema multimediale consultabile in rete.
Il secondo capitolo, illustra nel dettaglio il progetto finalizzato alla costituzione di un Atlante delle Feste Popolari del Piemonte (AFPP). Elemento costitutivo del progetto multimediale è l’archivio informatico. La struttura è stata progettata a partire da un confronto critico con le principali banche dati elaborate per la gestione di contenuti DEA. Particolare attenzione è stata rivolta alla scheda BDI, Beni Demoetnoantropologici Immateriali, proposta dall’Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, da cui abbiamo tratto importanti indicazioni metodologiche e di contenuto.
L’Atlante si evidenzia, inoltre, per aver affrontato il tema emergente della georeferenziazione delle feste e cerimonie, soprattutto in funzione di una restituzione cartografica e di una lettura su più livelli dei dati territoriali. Il progetto regionale ha già superato la fase di sperimentazione ed è già possibile trarre alcune indicazioni alla luce dei dati archiviati. I primi risultati indicano che la festa popolare, il rito, la cerimonia, dopo un periodo di decadenza conoscono oggi una consistente fase di rinascita. Una ripresa che poche volte osserva le regole che i “filologi” della tradizione vorrebbero rispettata. Si tratta di un fenomeno particolarmente interessante poiché diffuso oggi su ogni tipo di territorio. Infatti possiamo osservare che la festa ritorna a rinascere nei luoghi canonici, nelle campagne e nelle montagne, così come registriamo echi festivi anche in aree urbane. Sfilano per le vie delle città cortei che si inventano improbabili pagine di storia medievale, così come nei quartieri della periferia teatrini improvvisati mascherano il trionfo del cemento armato per rendere più plausibile la rappresentazione della nascita e della morte del Cristo, mutuando dal teatro popolare sacro un lessico d’impianto medievale ignoto a questi nuovi territori.
Il terzo capitolo, Archivi di dati demoetnoantropologici. Il caso del museo di Cisterna d’Asti, presenta il lavoro di creazione dell’archivio informatico e del sistema multimediale finalizzati alla gestione e diffusione dei dati di cultura del Museo etnografico “Arti e Mestieri di un Tempo” di Cisterna d’Asti. Una parte degli oggetti presenti nel museo sono stati catalogati con la scheda ministeriale BDM e si sta sperimentando la scheda BDI per quanto attiene ai fatti folklorici immateriali. Il sistema multimediale è disponibile in rete.
Il quarto capitolo, Immagini della tradizione, documenta il lavoro di ricerca dei beni di cultura popolare sul territorio piemontese. Le immagini pubblicate sono parte di un vasto archivio fotografico che stiamo organizzando in una banca dati multimediale e trasferendo nell’Atlante (AFPP) in funzione delle feste compilate.
L’esito di questi lavori di ricerca indica con evidenza che il futuro dei patrimoni materiali e immateriali della tradizione, la loro conoscenza e comunicazione, sono legati sempre di più allo sviluppo e all’applicazione delle tecnologie informatiche multimediali. Questi sistemi rappresentano, sia per la ricerca scientifica, sia per la didattica, un’occasione di crescita soprattutto per quei campi disciplinari che fondano il loro oggetto di studio su fonti ed eventi “precari”; nel nostro caso il settore scientifico DEA che è caratterizzato da saperi prevalentemente orali e gestuali.
Le tecnologie multimediali e interattive, come ricorda opportunamente Francesco Antinucci (1997), hanno tre proprietà fondamentali che le caratterizzano: sono a “base visiva”, sono interattive e sono connesse. Essere a “base visiva” significa che nel processo comunicativo viene riservato un ruolo centrale all’immagine anziché al testo. Questa qualità risulta fondamentale poiché qualsiasi bene culturale, qualsiasi oggetto per essere compreso deve innanzitutto esser visto. In questo quadro di riferimento sono state compiute alcune scelte riguardanti la progettazione dell’archivio dell’Atlante, volte a privilegiare la dimensione visiva rispetto al testo.
La proprietà interattiva definisce l’utente parte attiva del processo comunicativo attraverso scelte e risposte personali che rendono la consultazione un fatto unico. Si possono, dunque, sperimentare percorsi di consultazione individuali. Questa dimensione è presente in tutti i progetti multimediali su cui abbiamo lavorato.
L’ultima caratteristica, l’essere connesse, sta a significare che le fonti, qualsiasi fonte, viene resa disponibile in tempo reale e in forma interattiva. Per esempio i dati di una campagna di catalogazione possono essere accessibili fin dal momento in cui vengono inseriti nell’archivio, come accade nell’Atlante delle Feste Popolari del Piemonte (Antinucci, 1997, pp. 121-124).
La digitalizzazione e la connessione dei contenuti mediante rete telematica rappresenta per le tante piccole realtà etnografiche piemontesi una opportunità da non trascurare se non si vuole rimanere al margine di questo profondo processo tecnologico. In un mondo dove sempre di più la comunicazione avviene in forma digitale ciò che non viene ricondotto in questo processo innovativo potrebbe risultare presto irrilevante (De Carli, 1997, p. 112). La messa in rete di questi patrimoni rappresenta, dunque, l’unico modo per garantirne la sopravvivenza: “Se i piccoli musei non entrano nella rete, rischiano di cadere nell’oblio; e la perdita sarebbe grave per loro, ma non solo per loro; la perdita sarebbe grave anche per la collettività: infatti, verrebbero cancellate – vogliamo dirlo così – delle identità e, per questa via, delle differenze” (Bertuglia, 1999, p. 259).
In questa direzione si colloca il lavoro di recupero, catalogazione e redistribuzione critica dei dati di cultura su cui abbiamo lavorato.
Lingua originale | Italian |
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Editore | Omega Edizioni |
Numero di pagine | 160 |
ISBN (stampa) | 8872415276 |
Stato di pubblicazione | Pubblicato - 1 gen 2007 |
Keywords
- festa popolare
- georeferenziazione bene culturale
- museo etnografico
- patrimonio