Abstract
Caterina può apparire arrabbiata, ma anche un brano musicale può manifestare emozioni: un passaggio triste, una marcia gioiosa, una modulazione che apre a nuovi sentimenti. Anche gli oggetti inanimati possono manifestare emozioni che pure, a differenza di quanto accade per persone e animali, non possono esperire. Sebbene le attribuzioni di emozioni agli oggetti inanimati possano essere trattate, in linea di principio, come esempi di metafore (Goodman 1976; Zangwill 2011), esse sembrano invero catturare un’esperienza reale. Per quanto anche un bollitore possa fischiare gioiosamente o un salice piangente apparire malinconico, non vi è dubbio che le opere d’arte siano particolarmente suscettibili di manifestare emozioni - essere espressive di emozioni1. Tra queste, la musica occupa da sempre una posizione privilegiata. Un brano musicale, che in quanto oggetto inanimato non può provare alcunché, è nondimeno in grado di raggiungere straordinarie vette di espressività emotiva. Ciò avviene del tutto indipendentemente da vari elementi - il testo, il titolo del brano o il programma di sala che lo accompagna - i cui eventuali significati emotivi espliciti possono semmai innestarsi, arricchendoli o persino contraddicendoli, su quelli di per sé manifestati della cosiddetta “musica pura”.
| Lingua originale | Inglese |
|---|---|
| pagine (da-a) | 505-526 |
| Numero di pagine | 22 |
| Rivista | Sistemi Intelligenti |
| Volume | 30 |
| Numero di pubblicazione | 3 |
| DOI | |
| Stato di pubblicazione | Pubblicato - 2018 |