Abstract
Negli ultimi anni la storiografia ha dedicato particolare attenzione alla feudalità imperiale e pontificia, che nell’Italia della prima età moderna non solo sopravvisse ai processi di concentrazione della sovranità al vertice degli Stati regionali, ma si venne incrementando in quanto offriva l’opportunità di farsi attribuire da un’autorità più prestigiosa onori e privilegi in aggiunta e spesso in concorrenza con quelli conferiti dal principe naturale. Questo case study prende in esame il feudo di Cisterna, nell’Astigiano, passato fra il XV e il XVII secolo attraverso la signoria di tre famiglie: i liguri Della Rovere (la famiglia di Sisto IV), i milanesi Acerbi e i biellesi Dal Pozzo. Gli aspetti messi in maggiore risalto sono, da un lato, l’intreccio di fedeltà plurime (multiple loyalties), le cui implicazioni appaiono particolarmente evidenti e significative nelle situazioni di conflitto, e, dall’altro, il progressivo affermarsi della sovranità sabauda, che dopo essere stata a lungo costretta a tollerare un’enclave detenuta, sotto la suprema signoria pontificia, da una delle più rilevanti famiglie dell’aristocrazia piemontese, giunse a ridurre sotto il proprio controllo un feudo che Roma aveva innalzato alla dignità di principato, e che era riuscito per due secoli a sottrarsi al processo di uniformazione giurisdizionale e fiscale del territorio.
Lingua originale | Italian |
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pagine (da-a) | 114-138 |
Numero di pagine | 25 |
Rivista | CHEIRON |
Volume | 2016/2 |
Stato di pubblicazione | Pubblicato - 1 gen 2016 |
Keywords
- Acerbi
- Cisterna d’Asti
- Dal Pozzo
- Stati sabaudi
- fedeltà multiple
- feudi pontifici