Abstract
Indagare la costituzione materiale dello spettatore come corpo sociale/aggregato/comunità temporanea significa partire dall'assunto che l'evento performativo è anche un evento biopolitico, una interruzione significativa della storia, una piega spazio-temporale che alimenta una possibilità archiviante. Come dice bene Ranciére ne "Lo spettatore emancipato", non ha senso parlare di passività dello spettatore, ma è altrettanto problematico parlare di una sua attivazione. Le strategie partecipative e relazionali che sempre più dominano non solo l'arte contemporanea ma la stessa riconfigurazione del nostro essere "social", impongono di ripensare i confini di quella particolare connettività tecnologica chiamata "spettatorialità". Se lo spettatore è al crepuscolo, quale figura lo sta sostituendo? Come archiviare la sua emersione, dissipazione, scomparsa, mutazione?
| Titolo tradotto del contributo | [Machine translation] Spectator twilight. Activity, inactivity and spectator work in the performative economy. |
|---|---|
| Lingua originale | Italian |
| Titolo della pubblicazione ospite | Reti performative. Letteratura, arte, teatro, nuovi media. |
| Editore | Tangram |
| Pagine | 97-115 |
| Numero di pagine | 19 |
| ISBN (stampa) | 9788864581514 |
| Stato di pubblicazione | Pubblicato - 2016 |
Keywords
- Spettatorialità / Teatro / Ranciere / Lavoro / Passività